“Sempre Verdi”
Teatro Ghione 10 ottobre 2023 ore 20.45
Prima parte
Ouverture da Nabucco
O don fatale da Don Carlo
Morrò ma prima in grazia da Un ballo in maschera
Celeste Aida da Aida
Fu la sorte dell’armi a’ tuoi funesta – duetto dall’atto II di Aida
Seconda parte
Ave Maria da Otello
La donna è mobile da Rigoletto
Stride la vampa da Il Trovatore
Dammi tu forza, o cielo! da La Traviata
Parigi o cara – duetto da La Traviata
Io t’amava! – terzetto da Nabucco
Sono passati 210 anni dalla nascita di Giuseppe Verdi e la sua musica continua ancora oggi a parlare al pubblico con eterna vitalità. Nel corso dei suoi sessant’anni di carriera, Verdi ha costantemente cercato di tradurre il mondo in cui viveva in note e melodie. Con un’incredibile capacità di catturare le sfumature di un’epoca in continua evoluzione, ha dipinto un quadro vivido del suo tempo. Un vero e proprio fermoimmagine di un mondo desideroso di cambiamento e alla ricerca di un nuovo linguaggio che potesse esprimersi attraverso la cultura e l’arte. Proprio per questo la sua musica è stata voce di un’Italia in cerca di un’identità, e un simbolo per intere generazioni, malgrado, a volte, la volontà del compositore stesso.
Nel ’48, infatti, nel pieno delle lotte rivoluzionarie, i testi delle opere e la musica di Verdi divennero un monito per incitare al
cambiamento, tanto che la sua immagine è divenuta emblema di un popolo in rivolta. Dai palchi e dalle platee dei teatri o in
strada mentre si passeggiava: ovunque si urlava “Viva Verdi”, ossia “VIVA Vittorio Emanuele Re D’Italia”!
Il programma racconta opere, fatti, aneddoti ed eventi, che hanno segnato la vita di Giuseppe Verdi. Questo racconto prende forma grazie alla voce di Giuseppina Strepponi, con cui Verdi condivise una storia d’amore che abbracciò cinque decenni. Attraverso le parole e le emozioni di Giuseppina, ci verrà offerta una prospettiva unica non solo sul Verdi compositore, ma anche sul Verdi uomo.
Il loro sodalizio ebbe inizio nel 1842, quando Verdi scrisse per lei il ruolo di Abigaille nel Nabucco. Proprio il Nabucco
rappresenterà per noi l’inizio e la fine di un cerchio, che si aprirà con l’ouverture e si chiuderà con il terzetto Io t’amava!.
L’opera, messa in scena per la prima volta alla Scala di Milano il 9 marzo 1842, è ‹‹punteggiata, scandita da momenti
corali che, come si è spesso osservato, hanno un’importanza anche maggiore rispetto alle vicende dei singoli protagonisti››.
Ne è esempio emblematico il Va’ Pensiero la cui melodia, già presente nell’ouverture, sottolinea la grande importanza data
da Verdi alla scrittura corale. La coralità è arricchita anche dalla presenza di una banda, che definisce in modo sostanziale
l’atmosfera complessiva dell’opera. Queste due caratteristiche hanno spinto studiosi come Massimo Mila a sottolineare il
‹‹rozzo carattere orchestrale›› della partitura, in cui sarebbe possibile riconoscere ‹‹reminiscenze delle esercitazioni
bandistiche bussetane››. Il programma musicale procede poi ad esplorare alcune delle più importanti opere che hanno
contrassegnato l’eclettica carriera di Giuseppe Verdi: dal sincero canto d’amore della romanza di Radames, alla rivalità tra Aida e Amneris nel loro duetto, fino ad arrivare a Violetta che nella celebre melodia di Amami Alfredo si concede ad un momento di profonda sincerità, consapevole del suo inevitabile destino.